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venerdì 25 marzo 2011

seduta solenne consiglio provinciale

SEDUTA IN FORMA SOLENNE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI ALESSANDRIA IN OCCASIONE DEL 150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA.
Alessandria, 16 marzo 2011

Intervento del capogruppo PD, Federico Fornaro

Signor Presidente del Consiglio Provinciale,
Signor Presidente della Provincia,
Colleghi Sindaci,

Il filosofo Remo Bodei ha scritto che "l'identità di una nazione la si costruisce anche attraverso il dimenticare".
Ecco perché, come ci ricorda spesso il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la memoria storica ha una funzione fondamentale: aiutare a non perdere il nesso tra passato - presente e futuro.
Una società senza memoria è destinata a non credere nel futuro: è una società impaurita che rischia di ripetere gli errori del passato.
Ecco perché è stato giusto fare del 17 marzo 2011 un giorno di Festa Nazionale.
Festa dell'Unità d'Italia.
Festa di una nazione che affonda le proprie radici nel Risorgimento.
E' indubbiamente vero che a 150 anni di distanza i nomi di grandi italiani come Cavour, Mazzini, Garibaldi possono apparire icone lontane, figure sui libri di storia, immagini di un tempo che non c'è più.
Ma a ben vedere c'è un messaggio, un'eredità del Risorgimento che ha attraversato questi 150 anni e che ora noi dobbiamo conservare e alimentare.
Questo lascito si chiama LIBERTA'.
Nel Risorgimento italiano la lotta per la libertà è stata in primo luogo una risposta alla Restaurazione dopo la grande stagione della Rivoluzione Francese del 1789;
libertà come ribellione verso i soprusi e l'invasore straniero;
libertà dalla miseria e dall'oppressione.
Il Risorgimento è stato un grande movimento culturale prima ancora che politico e militare.
Il Risorgimento è stato uno straordinario fenomeno generatore di cambiamento, che ha avuto nei giovani il suo perno fondamentale.
Festeggiare l'Unità d'Italia
significa ricordare il sacrificio di tanti giovani,
significa riflettere sulla nostra storia e sulla difficile costruzione dell'identità e della coscienza nazionale.
Partendo dall'inizio difficile di costruzione dello stato unitario gestita dai governi liberali,
un'unità vissuta in molti territori più come una conquista che come una liberazione, con una questione meridionale ancor oggi irrisolta.
Un'identità risorgimentale che fu poi contraddetta dal fascismo, perché come ha scritto Giorgio Ruffolo " la nazione mussoliniana è stata l'antitesi della patria mazziniana".
Quello spirito unitario, quello spirito patriottico, quell'anelito di libertà lo ritroviamo, non a caso, nella Resistenza: anch'esso un momento di ribellione nei confronti delle ingiustizie, di lotta per la libertà perduta; un movimento prevalentemente composto da giovani, da ragazzi proprio come il Risorgimento.
E la nostra Costituzione, la stessa Europa unita sono figli legittimi non solo della Resistenza, ma dello spirito del Risorgimento.
Ha scritto Piero Calamandrei, nel lontano 1955, che nella nostra costituzione "c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Quando io leggo, nell’art. 2, «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale», o quando leggo, nell’art. 11, «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie, dico: ma questo è Mazzini, questa è la voce di Mazzini; o quando io leggo, nell’art. 8, «tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour; o quando io leggo, nell’art. 5, «la Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo; o quando, nell’art. 52, io leggo, a proposito delle forze armate, «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popolo, ma questo è Garibaldi; e quando leggo, all’art. 27, «non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria. Grandi voci lontane, grandi nomi lontani".
Ringrazio l'amico e collega Valter Ottria per avermi segnalato questo straordinario discorso di Piero Calamandrei.
Concludo,
ricordando a me stesso, a Voi tutti, che se esiste un diritto alla memoria c'è anche un dovere della memoria.
Noi oggi siamo stati qui a esercitare questo dovere morale e civile.
Il dovere di ricordare i drammi, i gesti eroici, gli slanci morali, le passioni, di quella straordinaria generazione di uomini e di donne, che ci ha donato, con il Risorgimento, il bene primario della Libertà e dell'Unità d'Italia:
un bene prezioso che dobbiamo conservare contro i nemici subdoli,
un bene che dobbiamo difendere da coloro che alimentano le divisioni e vorrebbe oggi rimuovere dalla nostra memoria storica la straordinaria avventura del Risorgimento.
Chiudo,
portando come testimonianza del filo che lega indissolubilmente Risorgimento - Resistenza - Costituzione - Liberta, una lettera,
la lettera di un generale, di un generale di Brigata, Dardano Fenulli, nativo di Reggio Emilia (la patria del Tricolore), medaglia d'oro ala valor militare per aver difeso l'onore della patria il 9/10 settembre 1943 nelle vicinanze di Roma e organizzato il Fronte militare clandestino della Resistenza romana.
Arrestato dalle SS, torturato da Kappler in persona, morirà fucilato alle Fosse Ardeatine.
Scrive nel suo testamento spirituale, Dardano Fenulli:
"Le nuove generazioni dovranno provare per l’Italia il sentimento che i nostri grandi del risorgimento avrebbero voluto rimanesse a noi ignoto nell’avvenire: «il sentimento dell’amore doloroso, appassionato e geloso con cui si ama una patria caduta e schiava, che oramai più non esiste fuorché nel culto segreto del cuore e in un’invincibile speranza». A questo ci ha portato la situazione presente della guerra disastrosa.
Si ridesta così il sogno avveratosi ed ora svanito: ci auguriamo di veder l’Italia potente senza minaccia, ricca senza corruttela, primeggiante, come già prima, nelle scienze e nelle arti, in ogni operosità civile, sicura e feconda di ogni bene nella sua vita nazionale rinnovellata. Iddio voglia che questo sogno si avveri".

Oggi noi abbiamo il dovere di ricordare, il dovere di essere degni di patrioti come questi.

Viva il Risorgimento,

Viva la Repubblica,

Viva l'Italia Unita.

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