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lunedì 29 agosto 2011

Pensioni o politica da riformare?

Pensioni o politica da riformare?

Ancora una volta le pensioni. Sembra quasi che una manovra economica che non contempli un “intervento strutturale sulle pensioni” non abbia ragion d’essere. Non sono bastate le riforme Dini e successivamente quella Maroni a rimettere in sesto la spesa previdenziale sulla quale pesano regalie (pensioni baby) che nel tempo hanno aggravato di costi il sistema pensionistico. Certamente la vita media (ma non quella di tutti…) si è allungata. Ma in un paese come il nostro, dove l’evasione fiscale è un dato vergognoso, non è accettabile rimettere sempre in discussione il capitolo delle pensioni. Ciò che rende questi interventi ancora più inaccettabili è che a proporli sono coloro che o godono già di un ricca pensione mensile  o  hanno uno stipendio talmente alto che al momento del ritiro dal lavoro attivo non dovranno affrontare certamente problemi di sopravvivenza. Quando ascolto i nostri politici di destra, centro e sinistra che dissertano su questa materia mi ritorna in mente il versetto 4 del cap. 23 del Vangelo di Matteo: “Gli scribi e i farisei legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito”. Si discute di età anagrafica, di anni di contribuzione, di pubblico e privato come se tutte le persone e tutti i lavori fossero uguali. Ma ci sarà una differenza tra una donna con famiglia che lavora sui tre turni ad una catena di montaggio e un’altra donna di pari età e situazione familiare che lavora dietro una scrivania? C’è differenza tra un operaio che lavora a ciclo continuo (compresi quindi sabati, domeniche, feste laiche o religiose) con il giorno di riposo che cade  a caso durante la settimana e un impiegato di un ente pubblico? Non si tratta di demagogia, ma di tenere presente quel principio a cui si ispirava Don Milani “non fare parti uguali tra diseguali”! La qualità e la lunghezza della vecchiaia di un individuo non dipendono, forse, anche dal tipo di occupazione e dalla fatica accumulata in una vita lavorativa? Non tener conto di questo è un atto di superficialità. L’argomento “pensioni” pertanto non può essere risolto in pochi giorni con la conversione di un decreto legge. Poiché ogni intervento su questa materia tocca la vita presente e futura di milioni di lavoratori, è necessario muoversi con cautela e con equità. Purtroppo si deve anche registrare l’incomprensibile divisione tra le maggiori organizzazioni sindacali, mentre sarebbe necessaria una loro piattaforma comune. Ma ciò che è ancora più grave, in questo momento storico, dove si richiede di nuovo alla popolazione di “tirare la cinghia”,  è che la nostra classe politica non ha più l’autorità morale per imporre sacrifici. Prima di intervenire sulle pensioni e di riformare il welfare, gli italiani chiedono a tutta la classe politica di incidere sui privilegi di cui ha goduto per troppo tempo e che nessun politico di destra, centro o sinistra, laico o cattolico ha mai pensato di denunciare. Nemmeno gli attenti radicali. Questa classe politica, messa ormai sotto tutela da banchieri e tecnocrati, ha agito da padrone dello Stato e non da servitore. In particolare il centrodestra ed il governo ci hanno raccontato per mesi un’altra Italia: solida, reattiva. Poi di colpo ci siamo ritrovati sull’orlo del baratro  stretti tra una crescita prossima allo 0 e l’ annosa fragilità dei nostri conti pubblici. Inoltre, mentre si chiede di prolungare la vita lavorativa, chi sta pensando seriamente al futuro delle nuove generazioni costrette a navigare a vista in un presente disseminato di scogli e di macerie etiche oltre che economiche? I dati ISTAT sono drammatici: la disoccupazione giovanile è al 30%; oltre 2 milioni di giovani “fantasma  né studiano né lavorano; la massa di precari di quasi 4 milioni è quasi interamente composta da giovani che, inseriti nel mondo del lavoro con la flessibilità, rischiano di rimanere precari a vita. Mentre la “casta” ha badato ai propri privilegi e alle proprie impunità, i giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid hanno cercato qualcuno che parlasse loro del senso della vita e non solo di ricchezze e veline. Serve una scossa etica dopo anni di silenzi ed ipocrisie. Serve una nuova classe dirigente, che viva l’impegno politico come una passione e non come un mestiere ben retribuito. Serve una nuova generazione che sia in grado di riportare la politica  a governare  l’economia ed il mercato e non viceversa  altrimenti come canta Battiato nel suo Inneres Augeche cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro? La giustizia non è altro che una pubblica merce… di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.”
Roberto Massaro
(dal sito di Città futura)


domenica 21 agosto 2011

Il Partito Democratico per Alessandria


Cristina Mazzoni segretaria Pd Fraschetta    Daniele Coloris segretario PD Ceriana


Le valutazioni e le richieste fatte a livello di circolo, assemblea e in generale i contatti a vari livelli con la realtà alessandrina ci impongono alcune considerazioni, che riteniamo debbano essere priorità per il Pd e il Centrosinistra in Città. La preoccupazione maggiore per Alessandria è la crisi economica, presente in ognuno dei temi elencati e che non trova nessuna indicazione e possibilità di risoluzione a livello locale; anzi, le possibilità di sviluppo che il nostro territorio può e deve avere, sono state vanificate da scelte errate fatte dall’attuale amministrazione che ha compromesso soprattutto la possibilità di rilancio occupazionale.
Municipalizzate: la cattiva gestione economica e clientelare ha portato soprattutto in ATM ( a un passo dal fallimento) e AMIU a gravi rischi per i dipendenti, che sono scesi in piazza con i sindacati per difendere il loro posto di lavoro. Non ingannino i bilanci presentati, tanto è vero che il debito strutturale sta aumentando, non vengono pagati i contributi previdenziali e allo stato attuale non sono in grado di assicurare una gestione decente per il futuro. I debiti, soprattutto verso il CISSACA , la cessione di Aristor accentuano la grave situazione economica e sociale della città.
Ambiente: La tutela dell'ambiente resta sempre uno degli aspetti sul quale orientare le politiche di una amministrazione; oggi, a differenza di qualche decennio fa, è possibile coniugare meglio la tutela dell'ambiente con lo sviluppo industriale mantenendo la vocazione produttiva delle nostre aree, come ad esempio la Fraschetta, selezionando adeguate politiche di bonifica e spingendo la produzione industriale verso i settori di più alta qualità. Vogliamo che il polo industriale di Spinetta continui a vivere e continui a dare occupazione. Ma proprio la risoluzione del problema ambientale della Fraschetta e della Città ne è la necessaria condizione
Infrastrutture: le scelte assurde in tema di logistica (spostata solo sulla carta a San Michele senza collegamenti ferroviari), hanno non solo precluso qualsiasi possibilità di sviluppo in questo settore che teoricamente avrebbe portato a numerosi posti di lavoro, ma anche affossato lo scalo ferroviario che da grosso impianto è diventato una enorme struttura semi abbandonata : sempre nel campo ferroviario la perdita dei collegamenti principali, le scelte ( o non scelte ) sui parcheggi della stazione, sui numerosi passaggi a livello del territorio sono sinonimo colpevole di disinteresse verso un settore strategico come quello del trasporto, come peraltro è evidente anche nella vicenda di Arenaways a rischio chiusura ( 74 lavoratori ).
Viabilità : non ha pagato la scelta di un centro città aperto al traffico legato agli aumenti dei costi dei parcheggi, le difficoltà di collegamento con la Fraschetta, il quartiere Cristo quasi isolato, con tutti i problemi commerciali inerenti a tale situazione. Una seria politica sul trasporto pubblico non è mai stata affrontata. Le zone 30 e Ztl sono servite solo a far “cassa” e percentuali, ma sono mal dislocate per non dire fasulle. C'è la necessità di progetti nuovi e efficienti, ma vediamo che tutti i problemi sono elusi e non affrontati, puntando solo alla realizzazione costosissima e incerta del ponte Meier.
Rifiuti Le schizofreniche scelte fatte sulla raccolta attualmente” differenziata” solo rispetto alle varie zone della città, non solo non ha portato a benefici economici nella gestione del AMIU, ma ha compromesso la buona percentuale di raccolta che si stava attuando con il porta a porta in progressiva dismissione.
Salute e Servizi questa amministrazione ne sta riducendo la qualità e quantità, dall’ aumento delle rette degli asili alla trascuratezza nell’affrontare la salute dei cittadini, con la vicenda delle farmacie comunali vendute non si sa ancora bene a chi e la desolante rinuncia alla prospettiva della costruzione del nuovo ospedale di Alessandria da parte dell’amministrazione comunale e della Giunta regionale.
Cultura Il teatro comunale, su cui la precedente giunta regionale aveva fatto importanti investimenti economici e politici è chiuso ormai da quasi un anno senza che si veda una data certa di riapertura
La contestata approvazione del Bilancio Comunale (con il parere negativo dei revisori), l' indagine sul Ragioniere capo del Comune e l 'arresto di un consigliere comunale sono il risvolto finale e tragico, che certifica innanzitutto il fallimento politico di questa amministrazione, oltre a quello finanziario; i numeri negativi e le scelte sbagliate la dicono lunga sull’ incapacità di trovare soluzioni. La moralità e serietà sulle scelte politiche e sulle persone devono essere per tutto il centrosinistra punto di riferimento e motivo di discrimine assoluto.

Riteniamo che il PD Alessandrino, che deve completare l opera di radicamento in tutti i territori della città, debba continuare la denuncia su questi temi, fare della comunicazione e del contatto con le persone un motivo di vita politica giornaliera; solo così e con un programma serio e condiviso possiamo accreditarci del successo nelle prossime elezioni.
La scelta delle primarie entro l'autunno e il confronto sulle linee guida con le altre forze politiche sono i passaggi necessari e urgenti per costruire ad Alessandria una coalizione vincente e avere un candidato a Sindaco che possa essere il punto di riferimento della nostra campagna elettorale.
Il Partito Democratico della città di Alessandria, nella sua interezza e articolazione locale ha tutti gli strumenti e le capacità per affrontare la situazione politica attuale; la legittimazione, le nostre proposte e azioni sono e devono essere la nostra forza. Siamo e dobbiamo essere all’altezza della situazione, semplicemente orgogliosi di rappresentare il PD in questa città.