IL PARTITO DEMOCRATICO A FAVORE DEL REFERENDUM CONTRO IL RITORNO AL NUCLEARE IN ITALIA
Documento approvato dall’Assemblea Provinciale del 26 marzo 2011
Il terremoto in Giappone e l'allarme nucleare ad esso seguito mettono in allarme la gestione l'intera gestione energetica mondiale e pongono nuovi interrogativi sull’energia nucleare e sull’effettiva possibilità di un suo utilizzo in condizioni di sicurezza.
Mentre si piangono ancora le migliaia di morti in un numero crescente non ancora quantificabile, l'attenzione mondiale resta ancorata sugli effetti che dalla centrale di nucleare di Fukushima potrebbero ricadere sul Giappone e sulla scala planetaria.
Il paradosso più scontato sta proprio nell'analisi di una catastrofe accaduta in un Paese all'avanguardia per tecnologia, sicurezza e edilizia: cosa sarebbe accaduto nel caso il terremoto avesse colpito un luogo con caratteristiche molto meno evolute. Cosa sarebbe accaduto, ad esempio, in Italia?
Quell’Italia in cui la scelta nucleare è stata rilanciata dal Governo con ideologica e superficiale approssimazione, senza considerare le condizioni specifiche del nostro territorio, quale unica risposta possibile al fabbisogno energetico del nostro Paese; accompagnata dall’irresponsabile abbandono di significativi investimenti nel campo delle energie da fonti rinnovabili, come i recenti tagli alle risorse destinate agli incentivi per il fotovoltaico stanno a dimostrare.
Ciò che il Partito Democratico, quale forza laica e sempre aperta all’avanzamento della ricerca scientifica, intende affermare non è una posizione pregiudiziale, in base alla quale decidere una volta per tutte se il nucleare sia “buono o cattivo”, ma un atteggiamento di ferma responsabilità.
In virtù della quale, anche le più autorevoli figure del mondo scientifico positivamente orientate verso un possibile utilizzo dell’energia nucleare, richiamano l’esigenza di un immediato stop di riflessione, che fermi da subito le iniziative attualmente in corso, abbandoni il piano nucleare varato dal Governo e riapra una seria stagione di approfondimento, alla luce degli insegnamenti che anche la scienza può trarre da quanto accaduto in Giappone.
E’ questo il significato che il Partito Democratico intende dare, oggi, alla propria netta presa di posizione: di adesione e sostegno alla campagna referendaria contro il ritorno al nucleare in Italia, di richiesta al Governo del blocco immediato dell’iter di individuazione dei siti per la localizzazione delle nuove centrali, di ripristino delle risorse tagliate verso gli investimenti nel campo delle energie da fonti rinnovabili.
Rimarchiamo, oltretutto, come l’attuale governo abbia deciso di intraprendere la via del ritorno al nucleare, non essendo neppure stato in grado di risolvere il problema delle scorie derivate dalle precedenti attività e dell’individuazione di un sito idoneo ad accoglierle.
A fronte di tutto ciò, lo stop di un anno annunciato in questi giorni dal ministro Romani appare del tutto insufficiente a rassicurare e, anzi, si profila nei termini in cui è stato proposto quale semplice diversivo per indebolire la campagna referendaria. Sulla quale il Partito Democratico intende, invece, spendere tutto il proprio impegno.
La posizione assunta dal partito a livello nazionale assume particolare rilevanza in questa parte del territorio, nel cui ambito fu in passato individuata la possibile collocazione di una nuova centrale e che, a poche centinaia di metri dal proprio confine provinciale, convive con la presenza della centrale di Trino, che ancora evidenzia non indifferenti problemi relativi alle scorie della passata attività e all’inquinamento delle falde vicine all’adduzione acqua dell’acquedotto del Monferrato
Un territorio la cui particolare fragilità, sotto il profilo alluvionale e dell’assetto idrogeologico del suolo, abbinata alla sismicità, inducono al doveroso esercizio di una rigorosa responsabilità verso la sicurezza e la salute dei cittadini, che non può che portare il PD della provincia di Alessandria ad esprimere la propria ferma contrarietà non solo al piano energetico nucleare del Governo, ma a ogni ipotesi di localizzazione di impianti nella nostra provincia e nei territori con essa confinanti.
In tal senso, il PD alessandrino impegna i propri rappresentanti in seno alle amministrazioni locali e regionale a promuovere iniziative analoghe a quelle già adottata dalla Regione Veneto, al fine di escludere il territorio da ogni ipotesi di futura localizzazione di centrali nucleari e di siti di stoccaggio.
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